Chi volesse cambiare il Paese senza cambiare Paese e sottoporsi a un corso intensivo di cambiamento, ha il primo esame da sostenere, che prevede la lettura de L'Italia al futuro. Città e paesaggi, economie e società, di Arturo Lanzani e Gabriele Pasqui, Franco Angeli, Milano 2011.

L'esame non dà diritto a crediti personali ma ad un grande credito pubblico e collettivo, perché gli scenari indicati nel testo consentono di farsi un'idea semplice (semplice, non banale) del cambiamento che è necessario. Perché se vogliamo davvero chiudere un ciclo, come molti insistono nel sostenere, dobbiamo aprirne uno nuovo.

E il nuovo ciclo deve sapersi differenziare certamente nella scelta degli argomenti, mettendo in gioco una classe politica rinnovata, adottando un nuovo linguaggio pubblico, ma anche optando per alcune coerenti linee di sviluppo, individuate tra molte altre e in discontinuità perfetta rispetto a quanto accaduto negli ultimi anni.

Il testo di Lanzani e Pasqui rimette al centro del dibattito il tema dello sviluppo ambientale, in particolare connessione con le questioni dell'urbanistica e del paesaggio (a loro volta intrecciate con i modelli economici e finanziari), immaginando quattro scenari-percorsi diversi per uscire dalla crisi del nostro Paese. Che è di tutto il mondo, ma da noi è un po' più grave.

Il cambiamento lo si coltiva così. Un passo dopo l'altro. E il primo passo è lo studio.

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