Prossima Italia prende posizione sulla curiosa carta di LCdM e altri circa il precariato. Del resto, lui, in tanti anni, non ha avuto strumenti per intervenire. E quando l'ha fatto, l'ha fatto per sostenere, toto corde (toto Cordero?), la flessibilità. Senza se e senza ma.

Nel 2007, chiedeva maggiore flessibilità nel mercato del lavoro. Difendeva la legge Biagi, con un carico da undici:

«si deve avere il coraggio di dire la verità e la verità ci dice che le norme hanno introdotto flessibilità contrastate nel mercato del lavoro, dal pacchetto Treu alla legge Biagi, hanno dato dei buoni risultati in termini di sviluppo e di occupazione. E se uno strumento funziona – ha proseguito – non è accettabile modificarlo solo per ragioni ideologiche o di bandiera».

Ragioni ideologiche o di bandiera. Già. Del resto, Cordero, due anni fa, aveva spiegato che continuava a preferire la gallina della flessibilità all'uovo del posto fisso. Anzi, i precari, in pratica, nemmeno esistevano.

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