Ho letto il libro di Grillo, anche per via della citazione dantesca del titolo. Avevo a suo tempo commentato il suo programma elettorale, prendendomi anche le critiche dei ‘puristi’ della politique politicienne. In occasione del V-day, avevo risposto che, per quanto mi riguardava, serenamente e pacatamente, Grillo a quel paese ci poteva andare lui, proprio perché sulle sue proposte, due mandati e basta, revisione del trattamento pensionistico per i parlamentari, rapporti tra politici e giustizia ero molto d’accordo. E lo sono ancora. Anche se forse articolerei un po’ le sue provocazioni, perché siano più utili.

Ora Grillo farà la Woodstock a Cesena, riprendendo una suggestione che avevamo adottato anche noi, per andare Oltre ad Albinea, alla fine di luglio.

Ho pensato che a Cesena andrò, la mattina di sabato e la giornata di domenica. Non per fischiare, come fanno alcuni grillini a parti invertite, solo per capire. Anche perché temo che, quando avremo finito la raccolta a punti dei partiti della sinistra di non-governo (da Ferrero a Diliberto) da introdurre nel nuovo Ulivo, ci accorgeremo del rischio di perdere le elezioni proprio perché qualcuno del Movimento 5 Stelle si sarà presentato alle elezioni politiche.

E soprattutto non avremo capito che forse cinque stelle non bastano, perché qui ci tocca ‘rivoluzionare’ tutto il firmamento (non so se avete presente lo Spaccio della Bestia trionfante, che prevede la rottamazione delle costellazioni), ma non possiamo non vedere il pericolo che stiamo correndo.

Sono mesi che ripeto, fin dal No-B day, che l’anti-politica (come la chiamano i cattivi-politici) non va demonizzata.

All’anti-politica vada data risposta. Con pazienza, serenità, orgoglio. Con la buona politica, insomma.

Nella scelta degli argomenti, Grillo è spesso strumentale, ma molto efficace e, spesso, al di là (e al di sotto) dei toni esagerati, anche molto ‘fondato’. A cominciare dal tema della finanza e del controllo da parte dei cittadini sui loro soldi, che è un bell’argomento se si vuole recuperare qualche voto al Nord. Grillo punta poi sull’innovazione tecnologica, sapendo che la politica italiana, in questo campo, è tra le più arretrate del mondo. Usa la rete per ‘strutturare’ il suo movimento e, dopo un congresso di un anno e mezzo per strutturare il partito, forse faremmo bene a dare un’occhiata. E parla di ambiente con parecchie semplificazioni, a cui però noi potremmo fornire risposte che spesso esitiamo a dare, perché purtroppo quasi mai l’ambiente è una priorità.

Dicevo, però, delle stelle e delle costellazioni: nulla o quasi si sa di quello che Grillo e i suoi pensano dell’economia, del lavoro e di altre piccole e grandi cose che costituiscono il nucleo di qualsiasi proposta politica. Anche per questo andare ad ascoltare può essere utile, sotto tutti i punti di vista.

Quello che è successo in Emilia (anche per le proporzioni) e quello che è successo in Piemonte (anche per il risultato finale) non è un dettaglio. È un fatto politico che il Pd ha fin troppo trascurato, cercando di erigere muri dove doveva piuttosto mandare ambasciatori e esploratori. Non averlo fatto, con le elezioni imminenti, non ci invita a lasciar perdere. Ci invita a farlo, appunto, prima che sia troppo tardi.

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