I passaggi autocelebrativi di questa assemblea nazionale sono talmente esagerati da risultare quasi inquietanti. Il «vogliamoci bene», detto e ripetuto come un mantra da persone che litigano da vent’anni, è eccessivo e poco credibile. Ma non fa niente. Preferisco citare una delle poche cose che mi sono piaciute. L’ha detta Bersani, nelle conclusioni, riprendendo il concetto di lealtà a cui sono molto affezionato (curiose tutte queste analogie nella ‘narrativa’ bersaniana, ma anche questa volta è certamente un caso):
Non dobbiamo allevare dei conformisti, né di corrente, né di partito. Abbiamo bisogno di persone leali.
Un bel cambiamento, pensando alle scelte fatte solo qualche mese fa, in cui sono stati premiati soprattutto i conformisti. Che faranno, si dimetteranno, lasciando spazio a quei coraggiosi che hanno punti di vista diversi da sostenere? Scherzo.
Le culture non sono correnti, sono ingredienti.
Una mutazione quasi antropologica, non ce n’è. Esultiamo fin d’ora e ci ripromettiamo di valutare i risultati con molta attenzione.

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