Che poi sarebbe Sans feu ni lieu (titolo ancor più significativo), è un libro di Fred Vargas. L’Esagono in qualche modo lo riprende, senza volerlo, dedicandomi una citazione – del tutto immeritata – nel tabellino di «chi scende» (salgono quelli di An, per capirci). Come già in passato, quando mi accostarono a Charlie Brown (qui), le parole che mi dedicano sono molto divertenti, anche se loro forse pensavano di darmi un dispiacere (rispondendo, come a volte fanno i giornali, a una mia doverosissima polemica nei confronti di una spiacevole fuga di notizie): «Il ben tenebroso della politica nostrana cita Kant e Antonio Albanese con la stessa naturalezza. Sofisticato come solo certi intellettuali di sinistra sanno essere sta sparando le sue cartucce. Ma più che a Cacciari assomiglia a Carlo Delle Piane, eterna promessa del cinema italiano. Da 40 anni…». Il paragone è, per quanto mi riguarda, straordinario. Faccio però notare che Delle Piane è del 1936, e il riferimento tradisce una certa qual anzianità dell’autore dell’articolo. Io sono del 1975, e a quarant’anni nemmeno ci arrivo. E sono tenebroso, sì. E anche bello, almeno nella foto che accompagna il pezzo. A proposito, me la mandereste?

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