Veltroni interverrà nello spazio antistante la Villa Reale, in quel cannocchiale che introduce il visitatore ad uno dei complessi monumentali più importanti della Lombardia. La Villa Reale è stata scelta sicuramente in ragione della sua bellezza e del suo valore, ma anche quale simbolo di una città e di un territorio. Come già ribadito nel corso degli incontri delle Città possibili, la Villa Reale ha uno straordinario significato identitario e rappresenta il nostro territorio e il suo paesaggio. In più interroga la politica, che per troppi anni non ha trovato alcuna soluzione per il suo recupero. Il messaggio che Veltroni vuole dare è quello che anche la Villa Reale può essere aperta alla fruizione dei cittadini, come lui aveva cercato di fare da ministro dei Beni culturali nel 1996 (finanziando con il lotto un primo lotto di lavori, scusate il gioco di parole), come si è riusciti a fare a Venaria Reale, in Piemonte, proprio grazie ad una intuizione di Veltroni, dopo un comizio e una cena con Piero Fassino, nella campagna elettorale di quell’anno. A Venaria hanno la Reggia che splende, noi abbiamo ancora una Villa impacchettata e l’accordo di programma Comune-Regione ha bisogno di essere sostenuto e finanziato: se a Torino è riuscito il progetto di recupero è perché tutti hanno condiviso un impegno serio e coerente, senza dividersi tra schieramento e schieramento, coinvolgendo il sistema delle imprese (e, soprattutto, le fondazioni bancarie), per una sfida non certo di parte, ma comune, condivisa, non ‘localistica’ ma di scala (e orgoglio) regionale. Lo stesso dovremo fare noi con la Villa Reale: dalla visita di Veltroni inizia un nuovo percorso. Ecco perché il pullman si fermerà nel cortile del Piermarini. Perché, questa volta, ci crediamo.

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