Giorni di transizione per il Pd, verso le assemblee locali e verso il congresso che finalmente definirà il profilo del nuovo partito. Un “partito”, appunto, e questo vuol dire che dovrà avere una dimensione organizzata. E un partito “democratico”, perché costruito con la funzione fondamentale di aprirsi immediatamente alla società. A cominciare dal nome e dalle parole, non possiamo più tradire la fiducia dei cittadini: un monito per la politica fin dai tempi di Weber (il famoso connubio tra etica delle convinzioni e etica delle responsabilità) o, se preferite, dal Nanni Moretti di tanti anni fa, in un momento per altro analogo a questo («chi parla male, pensa male»). Una lezione da non travisare, alla ricerca di quella coerenza che fonda la buona politica e che la rende credibile e popolare. Le parole sono importanti: di più, decisive.

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