Tra le tante cose che non capisco, c’è la linea sulla sicurezza dell’Ulivo milanese. Dopo la sparata di Penati sui rom, anche la mozione Rozza in Comune interpreta ruvidamente il tema, mollando la sinistra e abbracciando la destra, facendo vedere un po’ di muscoli, quando ci vorrebbe piuttosto il ricorso al cervello. Il problema dei romeni è un problema della Ue: a quel livello andrebbe posto, senza forzature, senza dimostrarsi a tutti i costi più destri della destra. Dopo la scoppola elettorale, tutto d’un colpo, si sono tutti schierati per soluzioni dure e pure, come se fosse suonata una strana campanella, risultando poco credibili agli occhi sia della sciùra Maria di destra sia della sciùra Maria di sinistra. Un mio amico dice che la società è complessa: non è Milano 2. E le contraddizioni vanno interpretate con un’acribia e un’attenzione straordinaria, senza svolte che di epocale hanno solo le polemiche che creano. Faccio notare che la presenza (storica) dei Rom è tutelata da una legge nazionale e da una legge regionale; che esistono progetti seri, come quello del Villaggio solidale di Cologno monzese, di cui ci si sta sbarazzando con molta superficialità; che l’emergenza dura da tempo e che quindi ‘emergenza’ proprio non si può chiamare. Tutto il resto sono flatus vocis, titoloni di giornale e regali alla destra. Perché il qualunquismo di destra è brutto. Ma quello di sinistra è ancora più triste. Anche per la sciùra Maria.

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