Mentre il ministro Lanzillotta ‘pettina’ Formigoni sul federalismo in un’intervista rilasciata all’Unità, precisando la posizione del Governo sull’argomento, scopriamo su Repubblica che a poco a poco tutti gli assessori si stanno risvegliando. Veniamo da una discussione di giorni e giorni sulla fauna lombarda e si può a buon diritto parlare di un vero e proprio risveglio dal letargo, dal grande sonno in cui era sprofondata la Regione in questi ultimi mesi. Il risveglio agostano, determinato forse dallo scioglimento dei ghiacciai (e delle coalizioni, aggiungerebbero i maligni), è traumatico anche per Nicoli Cristiani. L’assessore al commercio si è accorto che qualcosa nel suo settore proprio non andava e ha stabilito, così su due piedi e con precipitosa delibera, che non si devono fare più centri commerciali in Lombardia, senza che se ne siano verificati l’impatto ambientale e la compatibilità urbanistica, oltre che, ovviamente, commerciale. E’ straordinario: dopo che in Lombardia – sotto la presidenza di Formigoni – sono sorti tutti i centri commerciali possibili, la giunta regionale stabilisce che no, adesso basta, è il caso di darsi una regolata. Lo sappiano bene noi, a Monza, con il mega Auchan di Cinisello e quello light di Monza, Caltacity e i vari Giganti alle porte della città, nonché un viale Lombardia dove tutto, ormai, è grande distribuzione. La delibera della giunta si configura così più come tutela dei centri esistenti e autorizzati negli scorsi anni che come dichiarazione di attenzione nei confronti del territorio regionale. A riprova del fatto che i nostri amministratori sono più gradevoli quando dormono.

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