De coincidentia Trenitaliae

La nemesi di Trenitalia mi insegue anche in vacanza. Con Federico abbiamo deciso di andare a trovare Pierfrancesco in Val di Non (a proposito, grazie per la bella serata) e a farci una sciata, ma non in auto, bensì in treno. All’andata, tutto è sembrato funzionare e mi sono detto: bella l’idea di non prendere la macchina. Al ritorno, ieri sera, ne sono successe di tutti i colori. Siamo arrivati a Verona con qualche minuto di ritardo rischiando di perdere l’IC per Milano. Siccome però l’Eurostar da Venezia era in ritardo di un quarto d’ora, siamo riusciti a salirvi. Il treno avrebbe poi accumulato altri cinque minuti di ritardo arrivando a Milano. A quel punto, la coincidenza per Monza sarebbe stata persa, ma il treno per Dortmund, che doveva essere già partito, aveva più di trenta minuti di ritardo e, insomma, siamo riusciti a prendere anche questo espresso che, tra l’altro, di solito non ferma a Monza, ma ieri sera sì. Risultato: sono arrivato addirittura in anticipo rispetto alla tabella di marcia, in una vera e propria gimcana tra treni non previsti e ritardi involontariamente coincidenti. Chissà perché, ma a me è venuta in mente la coincidentia oppositorum alla maniera del Cusano. E così, dopo aver teorizzato l’eterno ritardo dell’uguale, ho pensato alla possibilità che Trenitalia abbia scelto quale soluzione dei problemi dei poveri viaggiatori una sorta di coincidentia morarum ovvero retardationum, cioè alla possibilità di un nuovo orario, più creativo, che ciascuno si può personalizzare alla bisogna. Salendo sul primo treno utile e abbandonandosi alla sorte. Nel ringraziare la compagnia, faccio una proposta: i treni si possono pulire? Sarebbe, il nostro, un fatalismo ancora più piacevole…

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