100 giorni di inettitudine

Scadono in queste ore i primi 100 giorni della VIII legislatura del Consiglio regionale della Lombardia e il rapporto agli elettori non potrebbe essere più triste di così. Fino ad ora si sono svolti solo due consigli (caso unico in Italia) e le commissioni sono state convocate una sola volta e soltanto per eleggere presidenti e vicepresidenti (tutti, non è neanche il caso di ricordarlo, della maggioranza). Ciò, oltre a rappresentare uno spettacolo a dir poco vergognoso a fronte della grave crisi occupazionale, dello scandalo rifiuti e insomma dell’urgenza di alcune politiche regionali, comporta conseguenze molto gravi e significative. Come ricorda un comunicato dell’Unione, tra 17 giorni, il 31 luglio, scadono i tempi per la presentazione e l’approvazione del rendiconto finanziario 2004 della Regione Lombardia. La scadenza è stabilita dal Regolamento regionale e oggi non esistono più i tempi tecnici perché essa sia rispettata. Di conseguenza non saranno approvati entro i termini né il bilancio 2004, né le proposte di assestamento per il 2005, né  il DPEFR. A causa delle inadempienze della Giunta viene paralizzata l’attività amministrativa delle Commissioni e quindi del Consiglio.
«E’ evidente – ed è Riccardo Sarfatti capogruppo dell’Unione a nome di tutta l’opposizione che parla – che la dilazione ha un costo molto elevato, troppo, per una Regione già di per se stessa assai costosa. Cittadini e imprese devono rispettare le scadenze, non è così per una Regione che dovrebbe avere efficienza amministrativa almeno pari a quella delle altre grandi regioni europee: nessuna di queste è in uno stato di paralisi come la Lombardia. Questo ritardo – secondo l’Unione – ha due significati molto chiari: la maggioranza, per divisioni interne e per la volontà di focalizzare altrove i propri interessi, è incapace di affrontare i veri problemi della Lombardia. Inoltre agisce in modo da consentire al potere esecutivo e al Presidente Formigoni di operare senza alcun controllo, dimostrando disprezzo per le istituzioni, anche nello svuotamento del ruolo istituzionale dell’opposizione». Questo è quanto. L’opposizione nel frattempo si organizza, mantiene il contatto con i territori, affronta i temi salienti di un dibattito che stenta a partire perché la maggioranza è in altre faccende affaccendata. Nella speranza che i cittadini lombardi si accorgano di quanto sta accadendo e non esitino a cercare un’alternativa di governo, che abbia a cuore i problemi reali delle nostre comunità e non si affanni a rispondere all’unica domanda che si sono finora posti gli esponenti della CdL: ovvero, chi fa il presidente di questa o quella commissione. Alternativa possibile anche qui in Lombardia, da tenere ben presente a partire dalla scadenza elettorale del 2006. Per ulteriori informazioni consiglio sempre di seguire il nostro sito www.dsregionelombardia.it su cui troverete tutte le informazioni del caso.

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